segunda-feira, 14 de setembro de 2015

20150914 Francesco Guccini Opera Buffa 1973

Francesco Guccini
Opera Buffa
1973







01 Il bello (02.17
02 Di mamme ce n'è una sola (04.24
03 La Genesi (06.56
04 Fantoni Cesira (03.29
05 Talkin' sul sesso (06.20
06 La fiera di San Lazzaro (05.38




=

01 Il bello (02.19


Bello, col vestito della festa; 

bello, con la brillantina in testa; 

bello, con le scarpe di Koppale 

e l'andata un po' per male, 

ed in bocca il riso amar... 

Le donne treman, quando monto la Gilera; 

fremono, aspettando alla balera; 

muoiono, spasimando nell'attesa 

che ad un mio cenno d'intesa 

io le stringa nel casché 

(modestamente! olé!) 

Poi mi decido e avanzo tra la folla 

e con un fischio invito la più bella; 

lei mi stramazza sulla spalla, poverina, 

quell'odor di brillantina è il profumo dell'amor 

e mentre il tango dolcemente vola 

sussurro piano: "bambola il tuo nome!" 

Risponde dolce: "Sguazzinelli Argia, 

sto qui in fondo alla via al centoventitré." 

(Dimenticavo: olé!) 

Bello, con la mossa, olé, dell'anca! 

Bello, mentre turbina la danza; 

bello con lo sguardo vellutato 

ed il labbro corrucciato 

e la voluttà nel cor! 

La stringo forte in una spastica carezza 

e nello spasimo una costola si spezza, 

ma che m'importa, poiché sono quasi un mito: 

questo è il minimo tributo che una donna pagar de' 

(Sono fatale! Olé) 

Tace il violino, si tace la chitarra, 

sazio d'amore la risbatto sulla panca, 

lei sta piangendo il suo dolore, poverina, 

quell'odor di brillantina non scorderà mai più. 

Mentre la notte tenebrosa impera 

risalto al volo sulla mia Gilera: 

per questa sera ho troppo amato, e sono stanco, 

la notte tutta in bianco non posso far perché 

sono anemico! Olé! 


02 Di mamme ce n'è una sola (04.27


Devo confessare, poi che... ho avuto anch'io, veramente, un periodo in cui... da... da bello di balera, cioè, non ero molto bello, in realtà... no, allora, mi ricordo con... con agghiacciante terrore che circolavo con una giacca di jersey blu con dei risvoltini azzurri, qui, filettati, occhiale nero e cravatta rossa con i titoli dei giornali in cima, che è una cosa... Giuro. Giuro, ho fatto anche questo, ho fatto anche questo. Ero molto giovane, però, e... no, da questo periodo però viene tutta la mia conoscenza di canzoni di... direi, d'epoca. E anch'io ho concepito un certo periodo in cui ho scritto canzoni di questo genere. È stata una specie di crisi, no? E una di queste è una canzone che... così, direi, risolve un annoso problema, cioè quello che riguarda la mamma. 


Come una capinera, sono in terra straniera 

ma quando penso al mio cielo e al mio casolare 

mi par di morir. 

Or che la mamma é lontana, la mia chitarra romana, 

la pizza napoletana, l'azzurra marina, ahimè, più non ho, 

e allor come in sogno venuta, la bianca testina canuta 

mi porta al mio vecchio quartiere, tra i glicini in fiore 

e mi canta così. 

=

= Refrain 

=

Di mamme, ce n'è una sola, ma caro figliolo, di babbo uno solo non sempre ce n'è! 

La mamma sol ti consola, la piccola casa, l'angusta dimora, par quella d'un re. 

Figliuolo, ora sei lontano da me: laggiu' sono ricchi, e di mamme ne han tre; 

ma la tua mamma è italiana, e ne val cento da sé. 


Seconda strofa, che tira all'erotismo 


Più d'una donna procace ha simulato l'amor 

con un suo bacio mendace, promessa fallace di un attimo sol. 

Via quell'amor mercenario, vattene femmina ignuda! 

Ogni tuo bacio sensuale è un bacio di Giuda al sapor di champagne. 

Che cosa cercavo laggiù, fra azzurre e sensuali abat-jours, 


(c'è tutto!) 


ritorno al mio vecchio quartiere, fra i glicini in fiore e ti canto così. 


Everybody, con sentimento 


Le mamme son tutte belle, anche se vecchierelle son come le stelle che brillan nel ciel. 

Le mamme son tutte bianche, son curve e stanche; io voglio tornare, mamma, da te. 

Se un dì me ne andai non lo voglio far più: 

io voglio tornare per sempre laggiù 

dalla mia mamma italiana e non lasciarla mai più. 


03 La Genesi (06.58


Una canzone molto più... più... seria e più impegnata, oserei dire impegnatissima; una canzone che mi è stata ispirata... a me succede poche volte, però questa canzone mi è stata ispirata direttamente dall'Alto. Ero lì, nel mio candido lettino, e ho sentito una voce che diceva: "Francesco!" Dico: "socc..., chi è?" Dico "Oeh?" Dice... "svegliati, sono il tuo Dio". E allora così, in questo modo sollecitato, ho pensato di... di... fare un'opera musicale colossale e mettere in musica l'Antico Testamento. Per ora sono riuscito a fare soltanto la Genesi... che è la vera storia della creazione del mondo. 


Per capire la nostra storia 

bisogna farsi ad un tempo remoto. 

C'era un vecchio con la barba bianca: 

lui, la sua barba, ed il resto era vuoto. 

Voi capirete che in tale frangente 

quel vecchio solo lassù si annoiava; 

si aggiunga a questo che inspiegabilmente 

nessuno aveva la tivù inventata. 

"Be', poco male", pensò il vecchio un giorno: 

"a questo affare ci penserò io. 

Sembra impossibile ma in roba del genere, 

modestia a parte, ci so far da Dio." 

Dixit. Ma poi toccò un filo scoperto, 

prese la scossa, ci fu un gran boato. 

Come tivù non valeva un bel niente 

ma l'universo era stato creato. 


"Come son bravo che a tempo perso 

ti ho creato l'Universo! 

Non mi sembra per niente male: 

sono davvero un tipo geniale! 

Zitto, Lucifero, non disturbare, 

non stare sempre qui a criticare! 

Beh, sì, lo ammetto, sarà un po' buio, 

ma non dir più che non si vede un tubo! 


 Che sono parolacce che io non sopporto!" disse il vecchio a Lucifero, "e poi se c'è una cosa, un'altra che non posso sopportare sono i criticoni: fattelo te l'Universo se sei capace! Che'd-me at dig un quel..." disse il v... era d'antica origine modenese da parte di madre, il vecchio. "Io parlo chiaro: pane al pane, vino al vino, anzi, vin santo al vin santo. Sono buono e bravo ma se mi prendono i cinque secoli me te sbat a l'inferen com'è vero Dio!" 


Ma poi volando sull'acqua stagnante 

e sopra i mari di quell'universo, 

mentre pensava a se stesso pensante 

in mezzo a quel buio si sentì un po' perso. 

Sbatté le gambe su un mucchio di ghiaia 

dopo una tragica caduta in mare; 

quando andò a sbattere sull'Himalaya 

il colpo gli fece persino un po' male. 

Fece crollare anche un gran continente 

soltanto urtandolo un poco col piede: 

si consolò che non c'era ancor gente 

e che non gli era venuto poi bene. 

Ma quando il buio gli fece impressione disse, 

facendosi in viso un po' truce: 

"Diavol d'un angelo, avevi ragione! 

Si chiami l'Enel, sia fatta la luce! 


Commutatori, trasformatori, 

dighe idroelettriche e isolatori, 

turbine, dinamo e transistori 

per mille impianti di riflettori; 

albe ed aurore fin boreali, 

giorni e tramonti fin tropicali: 

fate mó bene che non bado a spese, 

tanto ho lo sconto alla fine del mese. 


 Te Lucifero non ti devi interessare come faccio a avere io lo sconto alla fine del mese. Ma cosa vuol dire corruzione, una mano lava l'altra, come si dice; vuoi che uno nella mia posizione non conosca nessuno? Però intanto, ragazzi, andateci piano perché la bolletta la portano a me. M'avete lasciato accesa la luce al polo sei mesi, sei mesi, no, sei mesi! Grazie, c'era freddo! I surgelati li devo pur tenere da qualche parte. Adesso la tenete spenta sei mesi come... e poi quei ragazzi lì, come si chiamano quei ragazzini che vanno in giro con quella cosa... aureola si chiama? No no, non-m pies menga, no no no, ragazzi, quelle cose lì... io vi invento il peccato di superbia e vi frego tutti eh, adesso ve lo dico... Bisogna guadagnarsele... voi, a parte il fatto che non mi adorate abbastanza. No no no... Lucifero... è inutile che tu mi chiedi scusa: adorare significa non dovere mai dire: "mi dispiace"! Tientelo in mente. Voi, ecco, io vi do... ogni dieci atti di adorazione vi do un buono, ogni dieci buoni voi mandate la cartolina che il 6 gennaio... perché ci ho... poi ci ho tutta un'altra idea in testa, per la m... facciamo Aureolissima, che è una festa che mi sembra molto bella... Piuttosto Lucifero, non sgamare... vieni qua, ragazzo. Com'è... m'hanno detto che hai stampato un libro: il libretto rosso dei pensieri... oh, bella roba: il libretto rosso dei pensieri di Lucifero. Ragazzi mi piace... ma cosa vuol dire di sinistra, di sinistra... non sono un socialdemocratico anch'io? Avanti al centro contro gli opposti estremismi! Eh, ma... No no, non ci siamo mica. Qua, se c'è uno che può pensare anzitutto sono io... e non tirar mica in ballo mio figlio, quel capellone, con tutti i sacrifici che ho fatto, per me lui lì finisce male. Ah me, me a tal deg, finisce male. E attento che te e lui, io ho delle soluzioni per voi che non vi piaceranno, per Dio. E non guardarmi male che qui dentro per Dio lo dico come e quando mi pare!" 


Ma fatta la luce ci vide più chiaro: 

là nello spazio girava una palla. 

Restò pensoso, gli parve un po' strano, 

ma scosse il capo: "Chi non fa non falla!" 

Rise Lucifero stringendo l'occhio 

quando lui e gli angeli furon da soli: 

"Guarda che roba! Si vede che è vecchio: 

l'ha fatto tutto schiacciato sui poli!" 

"Per riempire 'sto bell'ambiente 

voglio metterci tante piante. 

Forza, Lucifero, datti da fare: 

ordina semi, concime e trattore. 

Voglio un giardino senza uguali, 

voglio riempirlo con degli animali! 

Ma cosa fa 'sto cane che ho appena creato? 

Boia d'un Giuda! M'ha morsicato! 


 Piuttosto, fallo vedere da un veterinario, che non vorrei aver creato anche la rabbia, già così... cos'è che non ho creato? Lo sapevo: l'uomo non l'ho creato! Grazie, mi fate sempre fare tutto a me, mi tocca sempre fare! Qua se non ci sono io che penso a tutto... va be', nessuno è perfetto... sì, lo so che sono l'Essere perfettissimo Creatore e Signore. Grazie! adesso ti trasformo in serpente così impari, striscia mò lì! Üssa via!" E portarono al vecchio quello che c'era rimasto: c'era un... un po' di formaggio, due scatolette di Simmenthal... cioè, lui li mise assieme e poi... 


Prese un poco di argilla rossa, 

fece la carne, fece le ossa, 

ci sputò sopra, ci fu un gran tuono, 

ed è in quel modo che è nato l'uomo. 


Era un venerdì 13 dell'anno zero del Paradiso. 


04 Fantoni Cesira (03.32


Si... si chiamava Fantoni Cesira, era la figlia d'un alcolizzato 

che non aveva mai in tasca una lira e per il vino avea tutto lasciato, 

lavoro e casa, figlia e consorte, che non potendo scordar col bere 

(perché era astemia) la sua antica sorte, si tirò un colpo nel '53. 

Povera giovane rimasta orfana mentre suo padre si ubriacava trovò lavoro in una fabbrica 

e sul lavoro ogni tanto sognava, sognava panfili, pellicce ed abiti, 

non più la fabbrica ville e piscine, la dolce vita, 

il bel mondo e i principi, come le dive che vedeva al cine. 

Ma quel bel sogno sarebbe rimasto soltanto un sogno mai realizzato 

quando in paese il giorno del santo un gran veglione fu organizzato, 

ci furon musiche, canti e allegria, danze e coriandoli, spumante e suoni 

poi a mezzanotte una scelta giuria fece "miss tette" Cesira Fantoni, 

le circondarono il petto e le spalle con nastri e fasce di seta scarlatte 

su cui era scritto con lettere d'oro "evviva sempre le mucche da latte", 

le regalarono trenta garofani, un "necessaire" similoro da viaggio, 

quattro biglietti con sconto per cinema, cinque flaconi di shampoo in omaggio. 

La sera stessa a Fantoni Cesira si presentò, assai distinto, un signore, 

disse: "Permette? Il suo viso mi attira; voglia scusarmi, sono un produttore, 

se lei permette, io l'accompagno: a far del cine c'è un gran guadagno", 

ma quella sera non certo del cine il produttore s'interessò. 

La brava giovane per far del cinema consentì a perdere la castità, 

ma non per questo si perse d'animo: le rimaneva Cinecittà: 

lasciò il moroso, piantò il lavoro, comperò un “topless” per mostrare il seno, 

fece mandare suo padre in ricovero, e arrivò a Roma con il primo treno. 

Cento anticamere fece Cesira e visitò una decina di letti, 

un onorevole che la manteneva le fece fare un romanzo a fumetti, 

ebbe da amanti tre o quattro negri, due segretari, tre cardinali, 

si spogliò nuda a fontana di Trevi, e qualche sera batteva sui viali. 

La brava giovane campava bene, ma ormai sentiva il richiamo dell'arte: 

qualunque cosa lei avrebbe donato sol per avere in un film una parte; 

se ne andò a letto con tre produttori, studiò dizione, bel canto, regia, 

mimica, scenica, recitazione e apparve nuda in un film di Golia. 

Si è sistemata Fantoni Cesira, fra letto e seno guadagna milioni: 

ha cominciato a studiar da signora e si fa chiamare Cesy Phantoni (col ph), 

si è messa stabile, ed è l'amante di un produttore molto influente, 

tre o quattro film le produrrà, e un "premio Strega" glielo scriverà. 

Lui è già sposato ma che cosa importano certe sciocchezze se si hanno i quattrini, 

presto nel Messico si sposeranno, potranno fare tanti bambini. 

E la morale di questa storia al giorno d'oggi non è tanto strana: 

per aver soldi, la fama e la gloria, bisogna essere un poco puttana. 


05 Talkin' sul sesso (06.22


Volete del gran sesso... È richiesto a piene mani, a veh, se volete ve lo dò. La canzone sul sesso non è una vera canzone, per chi non la conosce... è un blues parlato, è un talking blues che... parla di questo problema che, chi più chi meno, ci attanaglia tutti. Io fui attanagliato dal problema del sesso una volta, mi sembra nel... '52, però ne conservo buona memoria, ancora, per poterne parlare. 


Se c'è una cosa di moda adesso, fatto sicuro è proprio il sesso! Cristo, quello a vagoni! 

Anche Alighieri col sesso prendo, e la Divina Commedia a dispense vendo: 

"la carne in fiamme", "peccatori e peccatrici", "sensazioni paradisiache". 


E vendono, eh? Ma moltissimo! 


Comunque alla scuola media statale hanno iniziato un piano di educazione sessuale: 

sembra impossibile, eppure è vero, ed è voluto dal Ministero. 

Non ci credete? Andate e vedete 


Hanno già stanziato due miliardi per comperare i cavoli. 


Ma questo fatto dell'educazione sessuale non è ben visto dalla nazione; 

morte alla pillola atea e nociva! Per l'aspirina si gridi evviva. 


Che poi fa lo stesso effetto: non bisogna prenderla prima o dopo; bisogna prenderla invece! E passano anche quei noiosi mal di testa, come disse Maria Antonietta. 


Italia per bene, ti sveglia, ti desta, intendi l'orecchio, solleva la testa! 

I giovani d'oggi han scoperto, oh vergogna, chi porta i bambini non è la cicogna! 


Vedo sempre dei visi meravigliati a questo punto. Io non lo so come sia... Fatto anticattolico e comunista! Il Ministero delle cicogne è in crisi! 


Ho visto in giro un pio proclama che al religioso buon sess... er... buon senso chiama. 

Fare l'amore fa male al cuore! Dov'entra il sesso, metaforicamente parlando, entra il dottore! 


E non si parli soprattutto di antifecondativi! Visto che i bimbi nascono sotto i cavoli, al massimo di anticrittogamici! Ma c'è sempre qualcosa che dà un dolore, a qualcuno. 


La corruzione quand'è iniziata non c'è più niente che può fermarla. 


 E lì, dice: facile... uno comincia e poi non smette più, capisc mia... È difficilissimo fermarlo. Degli amici, delle sere, trattenuti per le spalle: "Do... ma dove vuoi andare?" "No... io ci vado, io ci va..." "Ma no... sta' con noi..." "No... no..." Così, scene terrificanti, veramente. No, capisci... uno comincia con quelle cose leggere che fa verso i sedici-diciassette anni, poi si abitua, prende il vizio e non c'è più niente da fare, eh? Diventa un drogato. E dà l'assuefazione! Dà: perdita della memoria, perdita dei riflessi, poca voglia di lavorare e vengon dei buchi così... nella pelle, da tutte le parti: un mio amico li ha avuti. E poi che faccia male è verissimo: c'è stato un rapporto americano, tipo quello sul fumo. Avete... sapete quel famoso rapporto sulle sigarette? Dice che scopare fa male da morire. I dottori consigliano di farlo almeno col filtro. Dice... si sente un po' meno, però... la salute ne guadagna! 


La corruzione quand'è iniziata non c'è più niente che può fermarla: 

tutti di sesso siamo ammalati, ed al divorzio si è già arrivati! 

Ciò che dio unisce l'uomo non sciolga! 


Cioè, è molto meglio un pio colpo di pistola, che col fatto del delitto d'onore, che dopo un mese e mezzo sei fuori, te ne fotti. 


E quindi uniamoci gridando al mondo: "A morte il sesso, serpente immondo!" 

Basta l'amore! Fate la guerra, sano rimedio per questa terra. 


Non più sovrappopolazione! Non più divorzi! La coscienza è a posto! E ci penseranno i superstiti. 


06 La fiera di San Lazzaro (05.39



Una bolognese me la fate fare, eh! E anche questa è una canzone ecologica. Esisteva in quel di San Lazzaro di Savena, vicino a Bologna, una fiera mercato, molti anni fa, di prodotti ortofrutticoli. A quei tempi così belli, felici eccetera non esisteva il denaro e ogni scambio avveniva in natura. E... uno andava là con queste cose, si scambiava e tornava a casa contento, no? La canzone nella fattispecie narra la storia di un giovinetto che va là, con due piccioni da vendere, scambia i due piccioni con la giovinetta con quello che ne segue... 


'A san stê a la Fiera di S. Làsaro, oilì, oilà, 

'a san stê a la Fiera di S. Làsaro, oilì, oilà, 

a' í ò cumpré du' bêi pisõn, com'èren bêi, com'èren bõn, 

a' í ò cumpré du' bêi pisõn, com'èren bêi, com'èren bõn, 


Molto facile. Dice: "Sono stato alla fiera di San Lazzaro oilì oilà, ho comprato due bei piccioni, com'erano belli com'erano buoni!" 


La sëlta fôra 'na ragassöla, oilì, oilà, 


cioè balza una giovinetta 


la sëlta fôra 'na ragassöla, oilì, oilà, 

bõn, c'sa vliv per 'sti pisõn?, com'èren bêi, com'èren bõn, 

bõn, c'sa vliv per 'sti pisõn?, com'èren bêi, com'èren bõn, 


 "Cosa volete per i due piccioni?" domanda la ragazza. E il giovine che non sa cosa volere... cioè probabilmente il piccione era merce proibita che non poteva essere scambiata in pubblico, difatti i giovani se la scambiano nascostamente. 


'A l'a purté dentr'a una pôrta, oilì, oilà, 

la portai dentro a una porta, oilì, oilà. 

Sò la stanèla, zò i bragõn, com'èren bêi, com'èren bõn, 

sò la stanèla, zò i bragõn, com'èren bêi, com'èren bõn. 


 Cioè, mi dispiace che voi non abbiate capito, probabilmente: è una danza, una... una danza rituale, fallica, molto antica: "Su la sottana, giù le braghe" dice la canzone... C'è questo bel movimento, così, no: "tac tac". Mentre i giovani sono lì che si scambiano il piccione... compare il terzo incomodo, il voyeur, che poi è una voyeuse: una laida vecchiaccia. 


La sëlta fôra 'na bröda v'sciàssa, oilì, oilà, 

sëlta fôra 'na bröda v'sciàssa, oilì, oilà, 

"Ma c'sa fè du spurcassciõn, com'èren bêi, com'èren bõn, 

ma c'sa fè du spurcassciõn, com'èren bêi, com'èren bõn" 


 Molto meravigliata la vecchia, dice "cosa fanno questi sporcaccioni?". Il giovane sorpreso in questa... [dal pubblico: "propaganda!"] esatto, batte tutti i... cioè... dicevo ultimamamente che a Monaco non è ancora prevista come specialità olimpionica l'arcitura della fessa... Sono tre secondi e due de... zip! È un lampo! Velocissimo. Tre secondi e due decimi. E dice la prima cosa che gli passa per la testa: 


"Siamo qui che giochiamo alla merla oilì oilà 

siamo qui che giochiamo alla merla oil..." 


Ma la vecchia non si fa ingannare da queste co.., la vecchia eh eh, dice: "ragazzo mio, io ai miei eh!". Dice "voi non state giocando alla merla, buffoncelli! Altro gioco..." 


Sé, la merla i mi cojon com'èren bi com'èren bon, 

sé, la merla i mi cojon com'èren bi com'èren bon! 


 Questo stacco della lingua mi mi ... "Cojon, sé la merla i mi cojon" vuol dire "Sé, la merla i miei quaglioni". I quaglioni sono delle quaglie... Dice... la vecchia dice "Sì, la merla i miei quaglioni, no? Cioè, sì, ta... quest... Poi la vecchia ricorda, col Leopardi, "Le rimembranze" dicevamo, vero? 


"Anca mì, quand'a l'era giuv'nassa, oilì, oilà," 


Quando io ero giovinaccia no? 


"anca mì, quand'a l'era giuv'nassa, oilì, oilà 

a'n' ò ciapé di bi pzulon, com'èren bêi, com'èren bõn, 

a'n' ò ciapé di bi pzulon, com'èren bêi, com'èren bõn." 


 Cioè ne ho presi dei pezzoloni. Ora, si ignora esattamente cosa sia il pezzolone. Il pezzolone potrebbe essere, vedi tu, un sacerdote di questo culto piccionico che esisteva a San La... Oppure, pare però da alcuni studi più recenti che il pezzolone sia un'antica misura bolognese: esisteva il braccio, la pertica e il pezzolone, che al grosso modo... Però la vecchia nel finale svela il suo laido retroscena; non nel senso buono della parola, cioè... nel discutibile senso buono della parola, trattandosi dei retroscena della vecchia. Però c'è da spiegare cos'è prima il fittone. Chiamasi fittone il normale paracarro, cioè quelle cose così no...? 


 "E anc'adesso che son' una v'sciàssa, oilì, oilà, e anc'adesso che son' una v'sciàssa, oilì, oilà, 'a' m' la sfrài contr' i fittõn, com'èren bêi, com'èren bõn 'a' m' la sfrài contr' i fittõn, com'èren bêi, com'èren bõn. 


=====


Senso delle opere:


Il bello


Caricatura del ragazzino impomatato e spavaldo che, con la sua Gilera e il suo ridicolo "savoir faire", fa strage di cuori nelle balere di paese. I tic della vita di provincia forniscono lo spunto per questa divertente canzone.


Di mamme ce n'è una sola


Parodia della musica leggera tanto amata negli anni sessanta e settanta. L'autore sottolinea gli sterotipi che spesso questo tipo di musica usa e il concetto dell'"altra donna" che allontana il figlio dall'unico amore sincero della sua vita, quello per la madre.


La Genesi


Cabarettistica narrazione della creazione del mondo. Dio, annoiato da un cosmo deserto e senza televisione, decide, per sua distrazione, di creare l'universo. Alla fine, con gli avanzi ("un po' di formaggio e due scatolette di Simmenthal") metterà a cena gli angeli, poi darà vita all'uomo con "un poco di argilla rossa". "Mentre pensava a se stesso pensante" è probabilmente un riferimento al Dio di Aristotele, che essendo perfetto, non può pensare ad altro che alla perfezione, ovvero a se stesso.


Fantoni Cesira


Fantoni Cesira, figlia di uno squattrinato alcolizzato, dedito esclusivamente al vino; la madre a un certo punto si sparerà, travolta dal destino toccatole (destino che lei, astemia, non poteva scordare con l'alcool). La povera Cesira trova lavoro in fabbrica, ma sogna una vita da principessa "con pellicce, ville e piscine". Il fato porta un produttore alla sagra del paese della ragazza, che viene eletta "Miss Tette" per il suo seno prosperoso. Questi si fa avanti proponendole di fare cinema, anche se, la prima sera che passano insieme, con lei farà ben altro. Cesira dunque "perde la castità" ma si aggiudica Cinecittà: lascia il lavoro, chiude suo padre in ricovero, e acquistato un topless, corre a Roma. Lì "visita decine di letti", si prostituisce, se la fa con produttori, segretari, cardinali, negri, si fa mantenere da un onorevole (che però le fa fare "un romanzo a fumetti"), ma in compenso studia dizione, bel canto, recitazione, regia. Da ultimo la giovane, ormai milionaria "fra letto e seno" e con lo pseudonimo di Cesy Phantoni, diviene l'amante di un noto produttore che le garantisce il futuro artistico e privato, prendendola in seconde nozze in Messico. "...E la morale di questa storia, al giorno d'oggi non è tanto strana: per aver soldi, la fama e la gloria bisogna essere un poco puttana". Canzone dedicata a Sophia Loren.


Talkin' sul sesso


Satira sul perbenismo sessuofobo dell'Italia del tempo, eseguita sulla base dei talking blues statunitensi. Guccini aveva già adoperato questo schema per la canzone "Talkin' Milano", contenuta nell'album d'esordio Folk Beat N.1.


La fiera di San Lazzaro


La canzone riprende una filastrocca popolare bolognese riferita a un tradizionale mercato che si tiene annualmente nel comune di San Lazzaro di Savena, confinante con Bologna. Il testo, umoristico e licenzioso, viene integrato da piccoli sketch parlati dal cantautore alla fine di ogni strofa, dove "traduce" le locuzioni dialettali.


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